La normativa nazionale non consente lo scarico di acque di prima pioggia direttamente in corsi d’acqua superficiali, nel sottosuolo e/o in fognatura pubblica, in quanto tali acque sono inquinate dalla presenza di sabbia, terriccio ed olii minerali.
Il sistema proposto è in grado di convogliare le sole acque imputabili alla prima pioggia all’impianto di dissabbiatura-disoleazione e di smaltire quelle successive direttamente al recapito finale. Per normativa nazionale sono considerate “acque di prima pioggia” quelle corrispondenti per ogni evento meteorico ad una precipitazione di 5 mm. uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio.
Al fine del calcolo delle portate di stabilisce che tale valore si verifichi in 15 minuti. Si considerano eventi meteorici quelli intervallati a distanza di 48 ore.
Per il calcolo effettivo delle portate da trattare ci si è basati sulla portata istantanea derivante dalle acque di prima pioggia sopra descritte.
Per il calcolo volumetrico dei manufatti sono stati presi in esame i valori delle precipitazioni secondo tabelle tecniche applicative, vengono considerati in tempo piovoso i seguenti dati:
- normali precipitazioni piovose : 0,5 lt/minuto/mq. di piazzale
- forti precipitazioni piovose : 1,0 lt/minuto/mq. di piazzale
- fortissime precipitazioni piovose : 1,5 lt/minuto/mq. di piazzale
In testa alla vasca un pozzetto scolmatore ha il compito da far affluire alla vasca di raccolta le acque di prima pioggia mentre, attraverso una valvola di non ritorno posta all’interno della vasca stessa sarà bloccato l’ingresso alle acque di “seconda pioggia” che per eccedenza verranno convogliate tramite il pozzetto scolmatore direttamente al recapito finale.
La vasca di raccolta ha il compito di sedimentatore delle sostanze inerti.
In seguito, dopo un certo tempo dalla fine dell’evento meteorico, impostabile a mezzo di quadro elettrico di comando (secondo le portate massime che si possono addurre in fognatura – chiedere agli entri preposti), le acque di prima pioggia sono rilasciate, per mezzo di una elettropompa sommersa e con portata controllata, al disoleatore.
Il ciclo di funzionamento della pompa viene impostato in modo tale che dopo un dato intervallo di tempo (vedi normativa regionale) la vasca sia pronta per un nuovo evento meteorico.
Qualora inizi a piovere prima che siano trascorso l’intervallo di tempo, lo scolmatore permetterà il riempimento fino all’intervento della valvola.
Le acque grezze vengono infine convogliate nell’impianto di disoleazione: nel primo vano vengono sottoposte ad un trattamento di dissabbiatura, dove, in virtù dello stato di quiete, e per differenza di peso specifico, si separano dall’acqua le sostanze inerti sedimentabili che si raccolgono sul fondo della vasca, contemporaneamente si separano parte delle sostanze grasse e degli idrocarburi.
In seguito le acque passano in un secondo vano, dove, per i tempi prolungati di stazionamento delle acque, avviene la massima separazione delle sostanze grasse e degli idrocarburi.
Per aumentare i rendimenti degli olii minerali, gli impianti sono dotati di un particolare filtro detto a “COALESCENZA”.
Tale filtro, permette l’agglomeramento delle più piccole particelle d’olio in altre di maggiori dimensioni che, distaccandosi da esso, riescono successivamente a flottare.
Mediante l’istallazione del filtro si riesce a separare dalla massa liquida un maggior quantitativo di olio al di sopra dei nomali limiti ottenibili per semplice flottazione, raggiungendo rendimenti del 97%.
L’olio flottante passa attraverso una tubazione che termina in un pozzetto di raccolta e verrà smaltito a cura di apposite ditte specializzate.
Le acque di seconda pioggia (formazione, convogliamento, separazione, raccolta e scarico) vengono trattate secondo le disposizioni contenute nel nuovo regolamento qualora provengonodalle superfici scolanti sotto definite e/o l’Autorità competente (Asl) accetti l’inquinamento di tali acque da sostanze asportate o in soluzione, derivante dai percolamento delle acque meteoriche tra materie prime, prodotti intermedi e finiti, sottoprodotti, rifiuti o quant’altro accatastato o depositato sulle superfici stesse. In caso di recapito finale delle acque di seconda pioggia in corpo d’acqua superficiale o in pozzo perdente, saranno da considerare tipologie di desoleazione spinta (filtri a coalescenza).
Le superfici scolanti appartengono ai seguenti settori:
A) superifici scalanti di estensione superiore a 2.000mq calcolata escludendo le coperture e le aree a verde, costituenti pertinenza di edifici ed installazioni in cui si svolgono le seguenti attività;
Industria petrolifera, produzione della posta carta, della carta e del cartone, Aree intermodali, Industrie Chimiche, produzione di pneumatici, autofficine, trattamento e rivestimento dei metalli, aziende tessili che eseguono stampa, tintura e finissaggio di fibre tessili, carrozzerie, Concia e tinture delle pelli e del cuoio, produzione di calcestruzzo
B) Dalle superfici scolanti costituenti pertinenza di edifici ed installazioni in cui sono svolte le attività di deposito di rifiuti, centro di raccolta e/o trasformazione degli stessi, deposito di rottami e deposito di veicoli destinati alla demolizione;
C) dalle superfici scolanti destinate al carico e alla distribuzione dei carburanti ed operazioni connesse e complementari nei punti di vendita delle stazioni di servizio autoveicoli;
D) dalle superfici scolanti specificatamente o anche saltuariamente destinate al deposito, al carico, allo scarico, al travaso e alla movimentazione in genere delle sostante di cui alle tabelle 3/A e 5 dell’allegato 5 al d.lgs 152/1999
Gli stoccaggi sulle superfici scolanti che possono dare origine a inquinamento delle acque di seconda pioggia sono:
- Lo stoccaggio di liquidi classificati come pericolosi o di rifiuti liquidi. si tratta di casi in cui è impostato l’obbligo dell’adozione di bacini di contenimento che comportano la raccolta integrale (prima e seconda pioggia) delle acque meteoriche di allevamento
- Lo stoccaggio di materiali solidi sfusi, con esclusione di quelli stoccati in idonei contenitori chiusi. In tala situazione deve essere valutata la possiblità di rilascio di sostanze inquinanti da parte dei materiali stessi.
L’istallazione del suddetto tipo di impianto per acque di prima pioggia assicura il rispetto dei limiti di legge di cui al D.L. 152/06 (limitatamente ai solidi sedimentabili e alle sostanze flottabili non emulsionate).